Perché il pettirosso logo A.I.NET?


Perché è il simbolo di speranza, ottimismo e della vita che resiste alle difficoltà, e A.I.NET QUESTO VUOLE FARE: portare SPERANZA nelle Cure, OTTIMISMO con il sostegno alla Ricerca, FORZA con l’ascolto delle Persone, con l’informazione, la conoscenza della patologia e aiuto nelle difficoltà.
E ANCORA
“… ma qualcosa posso fare per Lui! Spiegò le alette, prese la rincorsa, con un volo deciso, si avvicinò e con tutta la forza del suo beccuccio strappò una spina, e poi un’altra e un’altra ancora con il cuore che gli batteva fortissimo”.

A.I.NET piccolo uccellino… strappa una spina e poi un’altra e un’altra ancora… raggiungendo gli obiettivi che rinnova ogni anno…

Pettirosso: miti e leggende

C’era una volta un uccellino tutto grigio: non aveva proprio niente che attraesse l’attenzione, era proprio piccolo e bruttino.
Nessuno voleva giocare con lui.

“Chi ti credi di essere?”.
“Vai via, sei proprio brutto, non voglio giocare con te!”.
“Mi vergogno di averti vicino, stà lontano!”.
Questo gli dicevano amici e conoscenti.

L’uccellino allora volava e volava tutto solo, con il cuore pesante di solitudine e di tristezza.  Un giorno arrivò appena fuori le mura di una grande città. Lui non sapeva che si trattava di Gerusalemme. Proprio su una collinetta vide tre crocifissi con tre uomini. Uno solo però aveva una corona di spine conficcata nella testa.

Il suo piccolo cuore si indignò: non basta forare mani e piedi con i chiodi? Non basta lasciarlo lì a morire di dolore e di sete, come gli altri due?
Era proprio molto arrabbiato e pieno di compassione per quel Crocifisso.

Lui non sapeva che era Gesù. Ad un tratto si illuminò: ma qualcosa posso fare per Lui! Spiegò le alette, prese la rincorsa, con un volo deciso si avvicinò e con tutta la forza del suo beccuccio strappò una spina, e poi un’altra e un’altra ancora con il cuore che gli batteva fortissimo.

All’ultima spina però una goccia del sangue del Crocifisso gli schizzò sul petto grigio, mentre lui gli sorrideva, come per ringraziarlo. L’uccellino corse a lavarsi alla fontana, ma più si lavava, più la macchia di sangue sul suo petto diventava luminosa.

“Oh come sei bello!”, gli disse un’uccellina che passava di lì,
“nessuno ha un colore così bello sul petto!”.
“Vieni a giocare con noi! Ti chiameremo Pettirosso”, gli dissero gli altri uccelli.

Pettirosso non se lo fece dire due volte, li perdonò e giocò e giocò, volando, cantando, in una frenesia di felicità. Un pensiero però gli attraversò il cuore: e i miei figli saranno tutti grigi o avranno un bellissimo petto rosso come il mio? L’uccellina che per prima lo aveva visto si era intanto innamorata di lui e insieme costruirono un nido. Quando l’uccellina vi depose tre fragili uova, lui stette lì tutto il tempo a guardare, per cogliere il momento in cui si schiudevano.

Si, i nuovi nati avevano il petto rosso proprio come lui. E allora fu completamente felice.
Non sapeva che quando il Crocifisso fa i suoi doni, non li fa mai a metà.

Piccolo, grazioso e colorato, in grado di intonare canti melodiosi, il pettirosso annuncia l’arrivo dell’inverno ed è il simbolo di speranza, ottimismo e della vita che resiste alle difficoltà.

Scopriamo, i miti e le leggende legati al pettirosso e come possiamo attirare in giardino questo uccellino dal carattere vivace che emoziona da sempre l’uomo.

Leggenda vuole che quando un pettirosso fa capolino alla finestra annunci l’arrivo della stagione fredda e della neve.
Simbolo della vita che resiste all’inverno, di rinascita e di rinnovamento, il pettirosso porta con sé speranza, ottimismo, buoni auspici per l’anno nuovo.
Nonostante il carattere aggressivo e per nulla timido, il pettirosso è spesso associato a calma, pace e tranquillità, ma nella tradizione celtica, il pettirosso sfoggia la sua indole combattiva e lotta dai rami di un agrifoglio contro uno scricciolo sistemato su una quercia, a simboleggiare il passaggio tra estate e inverno e dal vecchio anno a quello nuovo.

Per i popoli del nord il pettirosso era invece uno dei simboli di Thor, dio del tuono, portatore di nuvole, fulmini e tempeste. Le leggende cristiane si sono concentrate sulla colorazione del piumaggio del pettirosso, anziché sul suo carattere.

Secondo una di queste leggende, in principio questi uccellini erano completamente grigi, finché uno di loro cercò di liberare Gesù crocefisso dalla corona di spine macchiandosi di sangue. Gesù, in segno di riconoscenza, decise di lasciare all’uccellino la particolare colorazione, così che tutti potessero conoscere la bontà e la generosità del pettirosso.
A tentare di dare una spiegazione alla colorazione arancione del pettirosso, c’è poi la leggenda che associa il pettirosso al Natale. Anche secondo questa leggenda, i pettirosso erano tutti grigi. Durante la notte, uno di questi uccellini notò che il fuoco che riscaldava la stalla della Sacra Famiglia a Betlemme stava ormai per spegnersi, così iniziò a sbattere le ali per ravvivare il fuoco. Il mattino seguente all’anonimo uccellino venne regalato un petto rosso, per ringraziarlo dell’amore dimostrato verso il Bambin Gesù.
L’immagine del pettirosso è stata spesso associata al Natale e utilizzata come simbolo d’amore sulle cartoline d’auguri. La tradizione è nata nel diciannovesimo secolo, quando gli inglesi notarono la presenza del pettirosso durante il mese di dicembre.

Scrittori, poeti e musicisti sono invece stati ispirati dal melodioso canto del pettirosso.
Chopin, ad esempio, tentò di imitarlo nella Grande Polonaise brillante, motivo per cui il pettirosso ha guadagnato il soprannome di “Chopin dell’aria”, mentre Emily Dickinson, poetessa americana, ha dedicato a questo grazioso uccellino uno dei suoi versi più noti:

Se io potrò impedire
a un cuore di spezzarsi
non avrò vissuto in vano.
Se allevierò il dolore di una vita
o aiuterò un pettirosso caduto
a rientrare nel nido
non avrò vissuto invano.